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Saggi 2018 | Tre sorelle | Alunni II anno biennio propedeutico
27 giugno 2018 @ 20:30 - 22:00
“Secondo voi neanche sognarla si potrebbe, la felicità! Ma se io sono così felice!”
“Ah, quanto mi piacerebbe riuscire a dimostrarvi che le felicità non esiste, non deve esistere e non esisterà per noi… Noi dobbiamo soltanto lavorare, mentre la felicità toccherà ai nostri nipoti, ai nostri lontani nipoti”
Tre sorelle è uno dei capolavori del teatro mondiale, classico nella sua aderenza senza tempo alle sorti e ai desideri del genere umano. E’ proprio nel dialogo domestico filosofico tra Tuzenbach e Versinin in casa Prozorov che ravvisiamo uno dei nuclei principali di tutto il testo. La ricerca della felicità.
Nella casa borghese e un po’ anarchica delle tre giovani orfane la vita scorre, stagione dopo stagione, segnata dai tormenti sotterranei delle loro anime inquiete. Con lo sguardo di Irina rivolto a un futuro radioso, la nostalgia del ricordo di Olga e il tormento del presente di Masha. Tutte e tre nel rimpianto di Mosca, città dell’infanzia felice, ma in fondo luogo metaforico dell’anima, come una condizione, una rinascita. Mosca come Terra Promessa, Eldorado o Itaca. Utopia quindi, come non luogo a cui non si può non tendere per poter comunque andare avanti, nonostante si allontani sempre di più.
La grandezza di Cechov si manifesta in questa sua capacità poetica di toccare l’anima dei personaggi – e degli spettatori – da bravo clinico innamorato dei suoi pazienti e nell’affetto spiritoso e vitale con cui li raffigura. Racconta Stanislavskji – primo regista delle sue opere – che l’autore si sorprese di come la compagnia, che stava per mettere in scena Tre sorelle, considerò il testo un dramma o una tragedia. Egli era convinto di aver scritto una “commedia allegra”.
E così abbiamo cercato di metterlo in scena. Con i ritmi della commedia che possono addirittura agevolare l’approfondimento del dolore dell’anima, attraverso quel “sentimento del contrario” tipico dell’umorismo anche e soprattutto russo. Operando una riscrittura che restituisse l’attualità dei dialoghi e l’ambientazione contemporanea – siamo nel 2018, con cellulari, Skype e la crisi in Siria – tagliando alcuni personaggi secondari e inventando un nuovo personaggio, la cugina Varvara Petrovna, sugli scampoli di Cebutykin, personaggio di casa, ombroso e dolente, tipicamente cechoviano.
Quindi tre sorelle e una cugina! Che con Andrej, giovane fratello già sconfitto dalla vita, Natasha, ciclone di vitalità e cinismo, Kulygin buffo marito insopportabile, Versinin spirito innamorato in fuga da se stesso e Tuzenbach nobile cavaliere respinto, intrecciano quel tessuto di relazioni e vita che siamo noi, alla ricerca della felicità.
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