FUORIGIOCO
progetto e regia di Emiliano Masala
scritto da Lisa Nur Sultan
con Giampiero Judica, Elisa Lucarelli, Emiliano Masala, Francesca Porrini
scene Andrea Simonetti
disegno luci Javier Delle Monache
suoni Alessandro Ferroni
assistente alla regia Mauro Santopietro
produzione Proxima Res e Progetto Goldstein
La Storia si ripete sempre tre volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa e la terza come partita di calcio.
28 giugno 2012: Italia-Germania, semifinale degli Europei.
Gli occhi del paese sono puntati su SuperMario, perché non ci faccia fare la fine della Grecia. E poi certo anche sull’altro Mario, perché quella notte, a Bruxelles, convinca la Merkel ad allentare la cinghia.
Ma a noi interessa il terzo Mario, il compagno di Anna, che abita in quel palazzo, dietro quella finestra, e quella sera vorrebbe soltanto guardarsi la partita, come tutti.
Ma non potrà.
Perché sul cornicione accanto alla loro finestra, silenziosi ed eleganti, ci sono Adriano e Laura: si tengono per mano, si vogliono buttare.
Ma perché?
E soprattutto, perché proprio ora?!!
Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò, sì!
La partita ha inizio.
Ebbene sì, c’è una coppia che si sta per suicidare a pochi metri dalla loro finestra. Ebbene sì, questi due hanno scelto la peggiore serata possibile, ma Mario e Anna non avranno alternative: dovranno stare con loro, e parlarci, e capire i motivi dell’insano gesto, e consolarli, e convincerli a scendere. Da quel momento ha inizio un confronto tra e “intra” le due coppie, che si snoda per il tempo della partita ed è cadenzato dai boati dei goal che si sentono dalle televisioni del quartiere (e uno dei quali farà sussultare pericolosamente i due sul cornicione…). I quattro parleranno di tutto, dai soldi al razzismo alla religione alla televisione al sesso, ribaltando posizioni e luoghi comuni, con la schiettezza e la spregiudicatezza di chi non ha più niente da perdere. Finendo così per scoprire l’un l’altro zone d’ombra inaspettate: ricordi del passato, rimpianti, confessioni che puoi fare solo in punto di morte… Il problema è se poi non muori. La partita finirà con i caroselli e i clacson che rimbombano per strada. Una città che festeggia, un Paese che festeggia e loro che non si sono buttati. Ma non hanno più niente da festeggiare.
NOTE
Fuorigioco è una commedia amara, che racconta dinamiche universali di crisi di coppia e dilemmi esistenziali dentro la cornice di una partita che fu simbolica, nell’estate più angosciante della recente storia italiana.
Era l’estate dello spread e degli Indignados nelle piazze europee.
Era l’estate in cui quasi chiunque di noi ha pensato “mi butto”. Che spesso voleva dire “me ne vado”, mi chiamo fuori. Ma per ogni persona che ha pensato di andarsene, ce n’è stata un’altra che ha provato a dissuaderla.
In questa storia cercheremo di capire i perché, di chi fugge e di chi tifa Italia. E la domanda è sempre quella: accontentarsi è una cosa sbagliata? O è l’unica salvezza?
E allora perché quest’ansia non ci lascia mai?
Non abbiamo risposte, ma intanto, per renderla più accettabile, l’abbiamo raccontata ridendo.
Una storia, che si costruisce, qui e ora, davanti allo spettatore.
La stessa scena (il nostro cornicione) si materializzerà a poco a poco, dichiarando la volontà di voler far nascere il racconto in quel preciso momento.
Volevamo poter lavorare sull’immobilità della situazione, lasciando il movimento alle parole.
Sono le parole a rendere dinamica la rappresentazione, che ci mostra una commedia recitata in orizzontale. I tempi della recitazione, quindi, si misurano con l’impossibilità di essere uno di fronte all’altro e di mantenere una comunicazione di tipo convenzionale.
I nostri personaggi saranno così ancora più esposti, offriranno in modo più sfacciato le loro crisi e miserie letteralmente in faccia allo spettatore. Il tutto però tenendo fede alla nostra modalità di racconto , che ci porta a guardare gli esseri umani con l’ironia e il cinismo che deriva da una feroce autocritica, ma misurandoci coi codici del dramma da camera.
O meglio, da cornicione.
Un “dramma ironico” o una “commedia cattiva”, raccontato partendo dalla fine, dal gesto ultimo, da una situazione oramai giunta al limite.
In equilibrio non solo su un cornicione di un palazzo ma anche, e forse soprattutto, nelle pareti di casa nostra.
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