GEPPETTO E GEPPETTO

Geppetto e Geppetto

scritto e diretto da Tindaro Granata

con
Alessia Bellotto, Angelo Di Genio, Tindaro Granata,
Carlo Guasconi, Paolo Li Volsi, Lucia Rea, Roberta Rosignoli

regista assistente Francesca Porrini
allestimento Margherita Baldoni
luci e suoni Cristiano Cramerotti movimenti di scena Micaela Sapienza
coproduzione Teatro Stabile di Genova, Festival delle Colline Torinesi e Proxima Res


Premio UBU 2016 a Tindaro Granata per la migliore novità italiana o ricerca drammaturgica
Premio HYSTRIO Twister 2017 come “Miglior Spettacolo dell’anno”
Premio “FRANCO ENRIQUEZ” come “Miglior spettacolo dell’anno per l’impegno civile”
Premio Mario Mieli a Teatro come “Miglior spettacolo del 2017”

Geppetto e Geppetto è una storia inventata, partorita, dalla mia fantasia e dalle paure della gente che ho incontrato per strada, parlando di figli nati da omosessuali… Ecco! C’è già l’inghippo, non posso iniziare così! Se scrivo che questa storia è nata da Fantasia (femmina) e da Paure (femmine) può sembrare che il testo sia “di parte”. Allora, diciamo che Geppetto e Geppetto è nato dalla mia fantasia e dai dubbi della gente che ho incontrato per strada, parlando di figli nati da omosessuali… Ma c’è sempre il problema di una nascita da Fantasia (femmina) e da Dubbi (maschi), i dubbi potrebbero essere 2, 3 o addirittura 4… non oso pensarne più di 4! Sempre peggio. Cambio l’origine del concepimento: Geppetto e Geppetto è nato dal mio estro e dal desiderio di capire che la genteeeee… Estro e Desiderio sono entrambi di genere maschile! Mammuzza mè (Mamma mia)! È meglio che non si pensi ad un genere di racconto fatto di generi o di parti stabilite da registi, da autori, dalla società o dalla natura, no! Questa non è la storia universale di tutti i figli nati da coppie omosessuali. Non è la storia di una bandiera spinta dal vento del “pro” o da quello del “contro”, chi se ne frega! Questa è la storia di un papà che vuole fare il papà e di un figlio che vuole fare il figlio: tra i due, all’apparenza, manca solo una mamma. È la storia di uno scontro tra due uomini, uno giovane e uno adulto, che cercano entrambi il riconoscimento di una paternità, che non può avere la stessa funzione che ha in una famiglia eterosessuale. E’ il desiderio di un Geppetto di farsi amare da un figlio che non è sangue del suo sangue, ma generato dal seme del proprio compagno. E’ il desiderio di un ragazzo di ritrovare una figura paterna, vissuta nell’assenza di una figura materna, che lo possa accompagnare nel mondo degli adulti senza il peso della mancanza. È possibile che 1 Geppetto + 1 Geppetto possa fare = 1 figlio? Certo che è possibile, come è possibile che 1 Fatina + 1 Geppetto possa fare = 1 figlio! Anzi, sarebbe più facile, ma la storia avrebbe gli stessi problemi dei due Geppetti, se non ci fosse amore, l’importante in queste storie è l’amore per i figli; “se ci sarebbe più amore…” dicono i personaggi di questa storia. Ecco, “se ci sarebbe più amore” è la storia di Geppetto e Geppetto.

Tony e Luca stanno insieme da diversi anni: sono una famiglia.
Per essere una famiglia felice basta che due persone si amino.
Per essere una famiglia “davvero” felice c’è bisogno di portatori sani di gioia: i bambini.
Tony vuole diventare padre. Luca vuole aspettare.
La madre di Tony vuole evitare che accada.
Franca (amica dei due) vuole capire come si può fare.
I due vanno in Canada, e come il primo papà single della storia di tutte le storie, Geppetto, “fanno”, “fabbricano”, “ costruiscono”, “creano” il loro piccolino. Geppetto e Geppetto tornano in Italia con il loro figlio Matteo.
Matteo cresce con amore e amore e amore.
Passano trent’anni.
Il giorno del ventennale della morte di Tony, Matteo rivendica qualcosa al padre Luca, vomitandogli addosso tutto quello che gli ha causato crescere in una famiglia non “normale”.
Lo accusa di qualcosa che è mancato.
Luca si difende, ma qualsiasi cosa dica, agli occhi di Matteo, sbaglia.
I due si scontrano e si odiano e si ammazzano di botte e urlano e spaccano mobili e lasciano l’uno alla solitudine dell’altro.
E’ difficile essere figli di gay, ma è difficile anche essere padri di figli normali.
Un giorno Matteo andrà, Geppetto ritornerà, l’altro Geppetto perdonerà, come in una famiglia “normale”.

(Questo testo è stato scritto dopo aver incontrato, discusso e ragionato, nei bar vicino casa e alla stazione Centrale di Milano, insieme a persone alle quali ho rubato pensieri, dubbi, certezze, paure, stereotipi, dolcezze, comprensioni, rabbia, tolleranza, disinformazione, odio e amore e tante frasi e tante parole. Persone sul tram 15, dal Duomo allo Spazio Proxima Res e sul tram 5 che da casa mia porta alla Stazione Centrale. Persone per strada in via Budua, in via Lancetti, in viale Zara. Persone al parco giochi di piazzale Istria, dove le mamme e i papà portano i loro piccoli a giocare. Sul Freccia Rossa Milano/Napoli, su quello Milano/Roma e infine parlando dalle 23.30 alle 03.05 con la signora Concetta Procopio, sul bus di ritorno da Castrovillari, il 2 giugno).

Tindaro

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 Paola Binetti
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